Jago
Finalista della prima edizione del Concorso musicale Verdi Rap con la canzone Camelie appassite
Prod. Ciback
Testo di Camelie appassite
Questa è la questione di un’anima dannata
Una felicità impossibile e spesso travagliata
Vorrei smuovere cuori come solo una ballata
Ma mi accontento di leggere una lettera alla mia amata
Non so quali parole usare per scriverti
L’ultimo dei miei desideri sarebbe deluderti
Spesso ho meditato che potrei raggiungerti
Ma in ogni goccia di china mi pare riviverti
Ho pensato al nostro incontro tra tutta la gente
A quella sala colma e alla mondanità opprimente
La falsità di ogni presente rasenta l’annichilente
Ma per te con un bicchiere le insicurezze le ho spente
E so che quando ti colse quell’improvviso malore
Speravi di dissipare nel riposo qualsiasi rumore
Tu che dichiarasti di non saper provare amore
Levasti la maschera atta a proteggerti il cuore
E mi basto questo, ero pronto, in un solo secondo
Timidamente ho sfruttato quel momento fecondo
Nell’intensità oramai era sparito qualunque sfondo
Un’oasi in questo popoloso deserto, eri tutto il mio mondo
Ed in campagna trovammo la pace e un paradiso
Avrei potuto indossare anche il tessuto più liso
Perché mi bastava il cielo terso ed il tuo viso
Ma la tempesta arrivò, come sempre, senza preavviso
Tu mi hai chiesto di amarti io non riuscivo a non farlo
Tu ti votasti al sacrificio per questo destino beffardo
Ora odio ricordare solo pianto e non il tuo sguardo
Ma lacrime acide mi accecavano portandomi allo sbando
Quanti sbagli ho commesso per la tua lontananza deleteria
Anche tu, per proteggermi, non fosti sincera
Ed io non resistetti ad un atto di indecente miseria
Ma è troppo doloroso ricordare l’epilogo di quella sera
Così come non posso andare con la mente a quel carnevale
Vedevo il tuo corpo minato dalla tisi al capezzale
Sperai guarissi dal tuo male, qualcosa di anormale
Ma di fronte all’inesorabile morte ogni esistenza è uguale
Da allora la gioia è un’utopia ne sono sprovvisto
Accanto a me nel letto il medaglione che custodisco
Ma non sento la tua voce e ad occhi chiusi mi rattristo
Non voglio aprirli per un mondo che non merita di essere visto
Io ti ho letta e pensata su tante pagine
Forse gusto parigino, forse è solo immagine
Forse solo illusione, spesso eri mantide
Divorando il mio corpo con risposte acide
Ammirata da tanti, interpretata e mutata
Troppo tardi dai frivoli abiti ti ho liberata
Nella musica ti ho col tempo cercata
Raccogliendo camelie appassite ti ho sempre sognata
Ed in fondo non so se ti ho mai incontrata
Raccogliendo camelie appassite ti ho sempre sognata
Credits photo Matteo Mora